Cosa significa e come funziona il lavoro con ritenuta d’acconto? Il lavoro saltuario è retribuito con la ritenuta d’acconto ovvero una trattenuta che rappresenta un anticipo sulle imposte Irpef del collaboratore versato allo Stato dal datore di lavoro. Il meccanismo è semplice: il datore compilerà una ricevuta in cui verranno indicati il compenso lordo, l’importo in percentuale della ritenuta, ed il netto. Facendo un esempio pratico se il compenso pattuito è pari a 1.000 euro, 800 euro sarà lo stipendio del lavoratore e le restanti 200 euro andranno allo Stato in qualità di ritenuta d’acconto sull’Irpef.
Una volta consegnata la ricevuta, il datore pagherà il netto al collaboratore e verserà il resto allo Stato entro il giorno 16 del mese successivo compilando un modello F24. Quali sono le aliquote per determinare l’importo della ritenuta? L’aliquota del 20% va applicata in caso di compensi per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionale, compensi ad associati in partecipazione che prestano solo lavoro oppure partecipazione agli utili di soci fondatori o promotori. L’ aliquota del 30% va applicata invece su compensi di qualsiasi tipo per prestazioni di lavoro autonomo anche occasionali corrisposti a persone non residenti, compensi per cessione di opere d’ingegno e brevetti corrisposti a persone non residenti. Coloro che lavorano in ritenuta d’acconto dovranno presentare, in sede di dichiarazione dei redditi, la certificazione dei compensi ricevuti e delle ritenute applicate durante l’anno.
Questa certificazione deve essere consegnata al collaboratore dal datore di lavoro entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui ha prestato l’opera. Quindi, per esempio, per i compensi ricevuti in ritenuta d’acconto durante il 2018, la certificazione deve essere consegnata entro il 31 marzo 2019. Al momento della dichiarazione dei redditi lo Stato restituirà una parte o tutto l’acconto versato se l’Irpef non fosse dovuta e chiederà un conguaglio se le imposte dovute eccedono il 20% già versato. Chi viene chiamato a lavorare in ritenuta d’acconto deve avere il versamento dei contributi previdenziali quando raggiunge la soglia di reddito di 5.000 euro lordi annui, contributi che finiscono nella gestione separata dell’Inps alla quale il collaboratore deve essere iscritto.
Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile