Pensione di anzianità e cartelle esattoriali. Alcuni casi comuni.

Oggi affrontiamo un tema un po’ delicato che ruota attorno alla pensione di anzianità. E lo facciamo in relazione alla presenza o meno di cartelle esattoriali a carico del pensionato. Vediamo come posso incidere e in quale portata. Il primo caso è il pignoramento presso terzi. Se il titolare della pensione contrae un debito con il fisco e non lo onora, tale situazione porta all’elaborazione di una cartella esattoriale che, se non saldata può consentire all’erario di rivalersi sull’Inps e pignorare una parte dell’importo presente nel cedolino fino al saldo totale del debito.

Il secondo caso riguarda i soggetti che devono andare in pensioni ma sono “bloccati” dalla presenza di cartelle esattoriali. E’ chiaro che se un soggetto ha raggiunto età e contributi per accedere alla pensione ma ha delle cartelle esattoriali che riguardano proprio contributi Inps non versati (situazione che riguarda soprattutto i commercianti), siamo in presenza di un problema. I contributi non versati non confluiscono nell’estratto conto del contribuente e quindi minano il diritto alla pensione. La soluzione? Una sola: saldare il debito. A quel punto gli importi completeranno il monte necessario per accedere alla pensione. Nel caso di rateizzazione il diritto si matura al pagamento dell’ultima rata.

Un caso particolare che si è generato con l’introduzione del “saldo e stralcio” è stato l’azzeramento di vecchie cartelle che contenevano contributi Inps. Da un lato la contentezza per un debito che è venuto meno, dall’altro la cancellazione definitiva di contributi necessari per il raggiungimento della somma necessaria ad andare in pensione. Così ci sono state persone che sono rimaste “appese” per uno o più anni mancanti. Soluzione? Tornare a lavorare e maturare i nuovi contributi e soprattutto versarli.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

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