Oggi parliamo di un caso molto tecnico che però può capitare a chi si trova nella posizione di socio di società di capitali, nella maggior parte dei casi parliamo di società a responsabilità limitata. Quando la società non riesce a far fronte alle proprie spese un socio può “prestare “ del denaro alla stessa attraverso un finanziamento infruttifero. I soldi prestati infatti non possono produrre interessi e possono essere ripresi quando ci sono le disponibilità. Per esempio il socio x versa 1000 euro nelle casse della propria società e potrà riprendersi 1000 euro quando ci sarà la possibilità.
Quando la situazione non si riesce a sanare e si chiude l’anno in perdita si può rinunciare alla somma per aumentare il capitale della società ed evitare procedure come la liquidazione della stessa o l’aumento del capitale con atto presso un notaio con costi che lievitano ulteriormente. Non è richiesta una particolare forma della rinuncia ma quella scritta è consigliata ed opportuna trattandosi di un operazione contabile rilevante. Una cosa importante è che spetta al socio comunicare alla società il valore fiscale del credito che serve per stabilire la quota di sopravvenienza attiva da iscrivere a bilancio. In parole più semplici la società deve pagare le tasse su una parte di questo finanziamento ossia la differenza tra il totale e il valore fiscale. Nel caso in cui il socio sia una persona che non esercita attività d’impresa la comunicazione non è necessaria perché non vi è differenza tra il valore nominale e il valore fiscale.
Un consiglio in caso vi capiti di trovarvi nella situazione di rinunciare ad un credito verso la società di cui siete soci. Evitare di rinunciare al credito attraverso un assemblea o comunque tramite un atto che va registrato. In questo caso infatti si dovrà pagare l’imposta di registro pari al 3% sul valore del finanziamento come stabilito dalla corte di Cassazione. Meglio inviare una pec o una raccomandata.
Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano