Crisi aziendale. Quando è possibile sospendere gli ammortamenti?

Spesso nel nostro giornale affrontiamo dei temi meno leggeri e un po’ più complessi che riguardano comunque la sfera del consumo e dei consumatori. Oggi ne affrontiamo uno che potrebbe andare incontro a coloro che, possessori di quote di società, si sono trovati a chiudere un bilancio in perdita e magari a dover ricorrere al notaio per ricapitalizzare con aggravio di costi. Il COVID come sappiamo ha messo a dura prova le contabilità delle aziende, con cali di fatturato che si sono trasformati in perdite d’esercizio. Il governo ha deciso di concedere una sospensione parziale o totale degli ammortamenti proprio per alleggerire le perdite. Come possiamo spiegare gli ammortamenti in parole semplici. Se l’azienda acquista un macchinario per esempio del costo di 10000 euro non indicherà nel bilancio 10000 di costo tutto in un anno ma il costo verrà spalmato in 5 anni (salvo eccezioni) e quindi ogni anno verranno decurtati 2000 euro. Ecco questo si chiama ammortamento.

Dopo il COVID  è stata introdotta una disposizione che consente di ridurre o azzerare completamente gli ammortamenti ( articolo 60, comma 7-bis e ss., D.L. 104/2020). Chiaramente il costo poi ricadrà sugli esercizi successivi. Ritornando al nostro esempio se nel 2023 non inserisco il costo di 2000 euro me lo ritroverò poi negli esercizi successivi. La norma prevede però la creazione di una riserva apposita. Una cosa molto importante è che le ragioni che hanno portato alla riduzione degli ammortamenti devono essere esposte nella nota integrativa. Perchè è importante questa possibilità di ridurre gli ammortamenti? Perché nel caso di società di capitali (Srl, Spa) c’è un principio fondamentale  da rispettare quando si stila un bilancio. Se la perdita non riduce il capitale sociale sotto il minimo legale la situazione va monitorata e se nell’anno successivo c’è di uovo un risultato negativo si deve ricorrere alla ricapitalizzazione (bisogna in sostanza rimetterci nuovi denari) altrimenti la società va messa in liquidazione o trasformata in una società di persone. Sussiste però un’altra possibilità che uno o più soci rinuncino ad un prestito fatto alla società. Ma di questo argomento ne abbiamo parlato approfonditamente in un recente  articolo.

Direttore Umberto Buzzoni
Avv. Anna Maria Calvano

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