Dicembre è per antonomasia il mese della tredicesima tanto attesa da lavoratori e pensionati per saldare conti in sospeso e tanto attesa anche dai commercianti per risollevare l’economia in un periodo di crisi. E’ come ricevere uno stipendio in più che consente di gestire con maggiore serenità spese extra e togliersi anche qualche sfizio. In realtà non esiste una data specifica per erogare la tredicesima: di solito ciò avviene intorno alla metà di dicembre, prima di Natale, ma cosa accade se il datore non la corrisponde?
Il dipendente può esporre un sollecito inviando una pec oppure una raccomandata: tuttavia se la tredicesima verrà pagata in ritardo al lavoratore spettano anche gli interessi. Se il sollecito non va a buon fine si ci può rivolgere all’Ispettorato del lavoro e tentare una conciliazione. In caso di mancato pagamento il lavoratore può chiedere le dimissioni per giusta causa: la normativa indica che, per poter presentare le dimissioni per giusta causa, è necessario che non siano stati corrisposti gli stipendi di due mesi. Cosa fare per evitare di perdere la tredicesima non corrisposta? E’ necessario che il lavoratore faccia una richiesta formale entro tre anni dalla data in cui era previsto il saldo della stessa.
Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile