Tredicesima: cosa fare se non viene pagata?

Dicembre è per antonomasia il mese della tredicesima tanto attesa da lavoratori e pensionati per saldare conti in sospeso e tanto attesa anche dai commercianti per risollevare l’economia in un periodo di crisi. E’ come ricevere uno stipendio in più che consente di gestire con maggiore serenità spese extra e togliersi anche qualche sfizio. In realtà non esiste una data specifica per erogare la tredicesima: di solito ciò avviene intorno alla metà di dicembre, prima di Natale, ma cosa accade se il datore non la corrisponde?

Il dipendente può esporre un sollecito inviando una pec oppure una raccomandata: tuttavia se la tredicesima verrà pagata in ritardo al lavoratore spettano anche gli interessi. Se il sollecito non va a buon fine si ci può rivolgere all’Ispettorato del lavoro e tentare una conciliazione. In caso di mancato pagamento il lavoratore può chiedere le dimissioni per giusta causa: la normativa indica che, per poter presentare le dimissioni per giusta causa, è necessario che non siano stati corrisposti gli stipendi di due mesi. Cosa fare per evitare di perdere la tredicesima non corrisposta? E’ necessario che il lavoratore faccia una richiesta formale entro tre anni dalla data in cui era previsto il saldo della stessa.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

 

Bonus assunzioni e manovra: nuove opportunità per i giovani.

L’anno 2018 ha visto l’incremento degli sgravi contributivi pari al 50% legati all’assunzione di giovani under 35 anni al loro primo impiego. Inoltre, dato il profondo stato di crisi attraversato dal paese che ha colpito in particolare le regioni del Mezzogiorno, lo sgravio per le assunzioni è salito al 100%. Anche nella Manovra del 2019 sono previsti una serie di bonus al fine di agevolare i giovani nel loro ingresso nel mondo del lavoro: ci riferiamo a quello destinato alle giovani eccellenze italiane. I privati che assumeranno dal 1°gennaio al 31 dicembre 2019 determinate categorie di giovani potranno beneficiare di  un bonus di 8mila euro sui contributi valido per un anno.

L’esonero è previsto solo in caso di assunzioni a tempo indeterminato di giovani sotto i 30 anni in possesso di una laurea magistrale con un voto 110 e lode e per i giovani sotto i 34 anni che hanno conseguito un dottorato di ricerca. I titoli devono essere stati  acquisiti dopo aver seguito un percorso di studi completato nei tempi canonici con date che vanno dal 1°gennaio 2018 al 30 giugno 2019. Il percorso di studi del candidato deve essere stato portato a termine presso università legalmente riconosciute, italiane o estere, ad eccezione delle università telematiche. Il bonus sarà a disposizione dei datori di lavoro che assumeranno giovani eccellenze con contratto subordinato a tempo indeterminato, o a tempo parziale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Smart working.

Lo smart working ovvero “lavoro agile” è la nuova strategia imprenditoriale da utilizzare con aziende che hanno dipendenti. Si tratta di una modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative recentemente introdotta dal Jobs Act nel 2017 in base a cui l’attività lavorativa può essere svolta in parte all’interno dell’azienda ed in parte all’esterno, senza bisogno di una postazione fissa . L’esigenza di creare lo “smart working” deriva da una problematica moderna: conciliare gli aspetti della vita lavorativa con quella privata al punto tale da scegliere soluzioni che diano un maggiore equilibrio tra le due sfere. Pensiamo ad esempio al telelavoro ed alla possibilità di poter operare per alcuni giorni direttamente da casa: la flessibilità degli orari ed il non dover impiegare tempo per raggiungere la sede aziendale possono facilitare alcuni impegni come la gestione stessa della casa, dei figli o dei genitori anziani.

Lo smart working tuttavia non è ancora decollato nel nostro paese: dall’analisi dei dati emerge un quadro incerto poiché solo 114 aziende in tutta Italia hanno richiesto gli sgravi contributivi, pari al 5% della retribuzione, per mettere in piedi tale progetto. Secondo l’Osservatorio sullo smart working del politecnico di Milano l’interesse per questa nuova tipologia di lavoro agile è in crescita tra le grandi aziende che nutrono interesse verso nuove sperimentazioni, mentre si muovono con molta cautela sia le piccole che le medie imprese e le PA che guardano con sospetto tali novità. Secondo l’Osservatorio in Italia gli smart worker sarebbero più di 300.000 e molti degli intervistati ha manifestato grandi soddisfazioni per il “lavoro agile” complice di un ritrovato benessere che migliora l’equilibrio tra la professione e la vita privata.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Addio al TFR in busta paga!

Con la busta paga di luglio finisce il periodo in cui era possibile ricevere il TFR mensile. Gli importi maturati verranno trattenuti dall’azienda, e non più  erogati al dipendente. L’accantonamento porterà ad accumulare la somma che sarà versata al dipendente quando lascerà l’azienda a termine rapporto di lavoro. Ad annunciare lo stop definitivo al TFR in busta paga è la stessa Inps con un comunicato del 10 luglio 2018.

In caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto ad un trattamento di fine rapporto che si calcola sommando, per ciascun anno di servizio, una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5. La quota è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni. Con l’entrata in vigore di questa nuova normativa il lavoratore potrà  accantonare il TFR all’interno dell’azienda stessa, al Fondo di Tesoreria INPS o, ad una forma pensionistica complementare di destinazione.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Dal primo luglio stop allo stipendio in contanti.

Sta per avvicinarsi il primo luglio data in cui pagare lo stipendio in contanti sarà solo un lontano ricordo. Prevista una multa fino a 5000 euro per chi trasgredisce la nuova normativa. Lo stipendio infatti dovrà essere corrisposto al dipendente con strumenti tracciabili tramite istituti specifici quali banca o poste. Un’altra regola della nuova direttiva sottolinea che, in caso di controversia, la firma del dipendente sulla busta paga ricevuta non costituisce prova dell’avvenuto compenso, poiché verrà accettata solo una documentazione tracciabile.

I metodi tracciabili che i datori di lavoro possono utilizzare dal primo luglio in poi sono: bonifico sul conto del lavoratore, pagamento in contanti presso lo sportello in banca o l’ufficio postale in cui il datore ha un conto corrente aperto con mandato di pagamento, assegno da consegnare al dipendente o ad un delegato, in caso d’ impedimento. L’impedimento è documentato solo nel caso in cui il delegato sia il coniuge, il convivente o un familiare di età superiore ai sedici anni. Il divieto di pagare in contanti lo stipendio riguarda coloro che hanno un contratto di lavoro subordinato, ossia a tempo indeterminato/determinato, a tempo pieno, part-time, contratto di apprendistato, contratto di lavoro flessibile, lavoratori soci di cooperative con contratti subordinati.

Pochissime le eccezioni: tra queste i dipendenti delle PA, i lavoratori domestici quali colf, badanti e baby sitter, che potranno continuare ad essere pagati in contanti, come anche i tirocini formativi, i rapporti autonomi occasionali e le borse di studio. Previste dure sanzioni per i datori di lavoro che non si adeguano a tale regime: le multe variano da 1.000 a 5.000 euro.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Badante: come organizzare i pagamenti di tale figura professionale

Se si necessita in casa dell’aiuto di una badante bisogna conoscere cosa dice la legge circa il rapporto di lavoro da instaurare con tale figura professionale. Il ruolo della badante è regolarizzato dal contratto collettivo nazionale per le assistenti familiari in cui è indicata la retribuzione minima da percepire. La badante può essere inquadrata come “convivente” o “ad ore” e il suo stipendio varia tra gli 800 e i 1.100 euro al mese. In particolare le badanti impegnate otto ore al giorno percepiranno una paga che va da 5,32 ad un massimo di 8 euro l’ora. Per le badanti conviventi lo stipendio varia da un minimo di 733,3 ad un massimo di 1.350,88 euro al mese compresi vitto ed alloggio. Infine le badanti part-time impegnate per 2 o 4 ore al giorno verranno pagate tra i 7 e i 9 euro l’ora.

La badante ha diritto anche alla tredicesima, al TFR, alle ferie ed al riposo settimanale: nello specifico ha diritto a godere di un mese di ferie retribuito ogni anno e ad un giorno e mezzo di riposo alla settimana e a due ore di libera uscita nei restanti giorni. Per quanto riguarda i contributi invece questi vanno versati ogni tre mesi all’Inps. Ricordate infine di non pagare la badante in contanti poiché, davanti a possibili contestazioni, potreste non riuscire a dimostrare di aver assolto ai vostri doveri. Pertanto si consiglia di utilizzare un pagamento tracciabile: un assegno circolare o un bonifico sono la soluzione ottimale.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Nuove regole per gli statali sul licenziamento.

Il lavoro è uno dei temi sensibili su cui si è discusso molto in questo periodo ed, in particolare, il contratto degli impiegati statali ha visto importanti modifiche. Una delle più clamorose è il licenziamento in tronco verso chi compie molestie a carattere sessuale. Il colpevole di tali atti verrà in un primo momento sospeso dal luogo di lavoro fino ad un massimo di sei mesi e, se il comportamento sarà recidivo nell’arco del biennio successivo, scatterà il licenziamento vero e proprio.

Gli statali inoltre saranno tenuti a non accettare o chiedere, per sé o per altri, regali o altre utilità di valore superiore a150 euro, come contropartita per essersi adoperati, nell’ambito del proprio ufficio, a vantaggio diretto di chi fa il dono. In questo caso, per evitare un conflitto di interessi è prevista l’espulsione del dipendente che si macchia di tale gesto. La stessa regola vale anche per il dipendente che conclude, per conto dell’amministrazione, appalti con imprese con cui ha già fatto affari a titolo personale stipulando contratti o ricevendo altre utilità nell’arco del biennio precedente. E, per finire, la sanzione resta massima per quanti costringono i propri colleghi ad aderire ad associazioni, facendo molte pressioni e promettendo vantaggi di carriera o cadute di ruolo.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile