Ossigenoterapia iperbarica. Attenzione agli inganni!

da Aduc – di Primo Mastrantoni

Dovrebbe curare il cancro, il diabete, l’autismo, l’Alzheimer, il Parkinson, i disordini cardiaci, l’epatite, ecc. Dovrebbe, appunto, perche’ non ci sono prove dell’efficacia del trattamento dell’ ossigenoterapia iperbarica, secondo quanto dichiara la FDA americana. Eppure basta farsi un giro in internet per trovare proposte di cura con tale terapia. L’ossigenoterapia iperbarica utilizza ossigeno puro, a pressione superiore a quella atmosferica, in particolari strutture dette camere iperbariche, utilizzate anche in medicina subacquea. Dunque, attenzione agli effetti miracolistici decantati da qualche sito internet!

L’eccellenza c’è anche al SUD

ospedaledi Umberto Buzzoni – direttore ilconsumatore

Vorrei parlare di Sanità, ma non sono certo di riuscire ad affrontare l’argomento in modo sereno. Fra scandali, tagli di spesa, cattive conduzioni e decessi causati da negligenza ed incapacità del personale sanitario, la sola conclusione è data dall’espressione “ malasanità” .

Da un’analisi sia pure sommaria è impossibile negare che i fattori negativi appena indicati siano diffusi sull’intero territorio nazionale, con qualche numero in più nel Sud d’Italia.

Malgrado vi sia una situazione caratterizzata da appalti pilotati, tangenti, assunzioni clientelari, minime sovvenzioni, ridotti approvvigionamenti di attrezzature e materiali, cattiva gestione  e manutenzione delle strutture, vi sono, fortunatamente, moltissime persone che operano  in realtà sconosciute e che sono degne di essere portate alla conoscenza di tutti, ed è  nel rispetto di  questa gente che oggi voglio portare la mia testimonianza.

Dr. Lattanzi

(Dott. Lattanzi a sinistra e l’infermiere caporeparto della Neurochirurgia a destra)

Non molto tempo fa  sono stato ricoverato nel reparto di Neurochirurgia  del Nosocomio Ospedaliero della Santissima Annunziata  di Taranto, ove ho subìto un delicato intervento di neurochirurgia. Durante la  mia degenza ho potuto apprezzare la grande attenzione e disponibilità di tutto il personale medico e paramedico. Infatti, nel contatto medico e para medico-paziente, sono riuscito a percepire la massima attenzione anche per le minime necessità. Il reparto era costantemente scandito da organizzazione, professionalità ed umanità degne del più alto rispetto. A fronte di ciò e, soprattutto, a fronte del rapporto creatosi durante il mio ricovero, desidero rivolgere un sincero “grazie” all’intero personale medico e paramedico ed in particolare, uno specifico ringraziamento, mi corre l’obbligo rivolgere al Dott. Luigi Lattanzi, il neurochirurgo che ha eseguito la mia delicatissima operazione, con estrema competenza e professionalità. Il Dott. Lattanzi, infatti, ha mostrato di continuo molta serietà, nonché la consapevolezza di aver fatto della professione medica una missione tanto da diventare un esempio per coloro i quali svolgono ruoli di fondamentale importanza nella vita del cittadino, in particolare in ambito sanitario.

L’esperienza vissuta all’interno di questo presidio ospedaliero, ubicato nel nostro splendido meridione, non mi potrà far dimenticare la competenza, la disponibilità e l’attenzione che, in ogni istante, veniva prestata, in maniera uguale, a tutti i malati sia pur affetti da diverse patologie.

Posso, dunque, affermare con certezza che l’ECCELLENZA esiste anche al SUD della nostra penisola, in un noto reparto di Neurochirurgia, ove ogni giorno e a fronte di innumerevoli difficoltà di natura oggettiva, tantissime persone, in modo ammirevole ed in piena umanità, offrono le proprie competenze professionali e  sono, quindi, degne della più alta stima.

Lo stipendio? Dura 10 giorni

crisi Andrea Bernardini

Fonte: avvenire.it

Altro che crisi della quarta settimana: nelle famiglie con più figli, la busta paga si prosciuga, in media, entro i primi venti giorni.

È quanto emerge da un sondaggio dell’Associazione nazionale famiglie numerose, pubblicato sul sito ufficiale dell’associazione www.famiglienumerose.org e a cui hanno risposto, ad oggi, 1592 famiglie con quattro o più figli.

Alla domanda: «La busta paga che riceviamo ogni mese si vuota dopo quanti giorni?» il 18,29% delle famiglie ha risposto «entro i primi dieci giorni», il 39,35% «tra gli 11 ed i 20 giorni», il 13,32% “tra i 21 ed i 29 giorni» e il 29,04% «dopo trenta giorni e anche oltre».

Se prestiamo fede ai risultati di questo sondaggio, dunque, in 58 famiglie numerose su 100 lo stipendio dei genitori «è sufficiente a sopravvivere poco più di metà mese». Quanti giorni per l’esattezza? Non più di 18, secondo molte testimonianze che hanno accompagnato l’elaborazione dell’indagine.

«I risultati del sondaggio – spiega Giuseppe Butturini, padre di dieci figli, docente di storia della Chiesa all’ateneo di Padova, da pochi giorni alla guida dell’associazione – non ci sorprendono più di tanto. Già nel 2011 l’Istat rilevava come il rischio di povertà o esclusione sociale aumentasse con il crescere del numero dei componenti di una famiglia. Quindici mesi fa il rischio povertà coinvolgeva 21 coppie su cento se senza figli, e quasi 42 coppie su cento se con tre o più figli. Non abbiamo dati ufficiali riferiti al 2012 – conclude – ma la percezione è che la forbice si sia ulteriormente allargata».

E dopo i 18 giorni dalla busta paga? Il 23.36% delle famiglie numerose – secondo Anfn – ricorre ai risparmi (che però si stanno assottigliando sempre di più), il 25.55% riesce ad arrivare a fine mese «solo grazie ad aiuti economici dei nonni, dei figli più grandi ormai autonomi, di parenti ed amici». Il resto si arrangia come può, con più rinunce e più lavoro.

L’Associazione nazionale famiglie numerose è un osservatorio privilegiato delle povertà. «Sono sempre più numerose le famiglie disperate che si rivolgono alla nostra associazione, perché hanno perso un lavoro o perché, pur avendone uno, fanno fatica a garantire un piatto in tavola, pagare le utenze domestiche o onorare un mutuo della casa» ricorda Rosaria Masìa, responsabile del progetto di solidarietà Aiutiamoci.

«Busta paga? Non so più nemmeno che cosa sia – racconta una mamma di quattro figli –. Mio marito ha perso il lavoro più di un anno fa e io ho dovuto chiudere a luglio 2012 la mia edicola perché avevo più spese che guadagno. Da allora un’infinità di richieste di pagamento da parte di Equitalia… Io e mio marito, senza un centesimo in tasca, dobbiamo mantenere i nostri quattro figli e a un mutuo che stiamo bloccando per il secondo anno».

Anfn fa quel che può, distribuendo alle famiglie in difficoltà circa 1/5 del bilancio che entra in associazione dalle quote dei soci, da contributi volontari (generosi quelli di due fondazioni private). Centinaia i pacchi spesa distribuiti alle famiglie numerose in difficoltà, grazie anche al Banco Alimentare. «La richiesta di aiuto – precisa Rosaria Masìa – è filtrata dalle famiglie delegate del territorio, che si recano nelle case, prestando ascolto, portando speranza e conforto».

Osserva Alessandro Soprana, direttore dell’osservatorio politico dell’associazione: «Mentre i politici litigano già prima dell’insediamento del nuovo parlamento, la gente che li ha eletti soffre la fame. Facciano in fretta a formare un governo, per affrontare la crisi economica, riconoscendo alle famiglie i sacrifici sostenuti fino a oggi».

 

Lavaggi. L’acqua calda non pulisce di piu’

da Aduc – di Primo Mastrantoni

Ogni tanto crolla una leggenda metropolitana. E’ convinzione comune che l’acqua calda pulisca i tessuti meglio di quella fredda. Non e’ proprio cosi’. Vediamo.
Vero e’ che la solubilità di una macchia aumenta con l’aumentare della temperatura dell’acqua e che, quindi, si pongono le condizioni per l’eliminazione della macchia stessa. Aumentare la solubilita’ della macchia significa, pero’, scomporla in tante piccole parti che si diffondono in profondita’ nelle fibre rendendo piu’ difficile la successiva asportazione con detersivi o con lavaggi a secco. Questo processo avviene in particolare con le macchie grasse sui tessuti sintetici. Inoltre lo sporco di natura proteica (es. uova) puo’ diventare di difficile pulizia a causa dei processi di coagulazione delle proteine. Al tutto ci aggiungiamo che l’acqua calda “stressa” i tessuti e costituisce un spesa aggiuntiva del lavaggio (riscaldare costa!). Consigli? Non e’ necessario posizionare la temperatura dell’acqua della lavatrice a 60 gradi: si sprecano soldi, si danneggiano i tessuti e non si ottengono risultati migliori di un lavaggio a 30 gradi.