In fase di sperimentazione il progetto “Lightlines” per la prevenzione degli incidenti su strada.

Potrebbe essere la novità del futuro che limiterà gli incidenti stradali quella di inserire una nuova tipologia di semaforo che aiuterà chi è distratto a non commettere errori. Quante volte infatti ci è capitato di essere in giro con il nostro smartphone e di distrarci leggendo un messaggio o rispondendo ad una telefonata? Per colpa di queste disattenzioni, specie quando siamo per strada e non ci rendiamo conto del traffico che ci circonda, spesso capitano degli incidenti anche gravi.

Un gruppo di studiosi olandesi sta cercando un rimedio per prevenire questo fenomeno grazie alla sperimentazione di un nuovo progetto. “Lightlines” è il nome del nuovo semaforo per pedoni che potrà rinforzare il semaforo tradizionale a vantaggio di chi si muove a piedi. “Lightlines” si basa su una tecnologia d’avanguardia che prevede delle strisce pedonali a led che s’illuminano in concomitanza col semaforo per attirare l’attenzione dei pedoni. In questo modo si cerca di prevenire il danno causato dalla distrazione di chi cammina guardando il cellulare, o semplicemente di chi è sbadato mentre è in strada.

Umberto Buzzoni
Direttore Responsabile

Festival di San Remo, controllo territorio della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia

IMG-20170207-WA0022A Sanremo, per i servizi predisposti dalla Questura di Imperia in occasione del Festival della Canzone Italiana,  il Servizio Controllo del Territorio della Direzione Centrale Anticrimine, ha messo a disposizione un Sistema Aeromobile a Pilotaggio Remoto (drone) guidato da due piloti della Polizia di Stato.

Il drone,  munito dei certificati di sicurezza rilasciati dall’Enac,  sarà utilizzato in sostituzione delle attività che potrebbero essere effettuate da un comune elicottero, ma con costi enormemente inferiori, e permetterà il controllo dall’alto sull’area del Teatro Ariston, rimandando le immagini, grazie a sofisticati sensori in grado di riprendere nitidamente anche in ore notturne,  alla sala operativa dedicata all’evento del  Commissariato di Polizia di Sanremo.

Si tratta della prima sperimentazione sul campo effettuata dalla Polizia di Stato a coronamento di  un percorso avviato dalla Segreteria del Dipartimento della P.S. che ha affidato, nel luglio 2015,al Servizio Controllo del Territorio il compito di verificare l’ipotesi di impiego dei Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto nei servizi di Polizia (con specifico riferimento alle attività di controllo del territorio e di ordine pubblico).

Grazie ad una azione di partenariato con le aziende sono stati certificati – a costo zero per l‘Amministrazione –  piloti della  Polizia di Stato. Con l’emanazione del Decreto Interministeriale 29 aprile 2016  sono stati individuati i requisiti (come la certificazione ENAC) degli apparecchi impiegabili per tale attività.

Il sistema utilizzato a Sanremo è un esacottero (sei eliche rotanti) che trasporta in volo una telecamera con zoom ottico particolarmente performante capace di individuare un volto o una targa a centinaia di metri di distanza, con un sistema di stabilizzazione del volo che, anche in condizioni di tempo avverso e senza illuminazione, consente una ottima risoluzione delle immagini.

di Umberto Buzzoni e Renato D’Angelo

Polizia, sempre più giovani le vittime di incidenti stradali

È avvenuto questa mattina l’ennesimo tragico incidente stradale che ha spezzato sei giovani vite. Uno scontro frontale tra due autovetture sulla via Appia, nei pressi dello svincolo di Castellaneta, in provincia di Taranto che ha provocato la morte sul colpo di tutti i passeggeri delle due auto coinvolte, 5 dei quali al di sotto dei trent’anni. È un ulteriore tragico evento che va ad incidere sul trend negativo dell’incidentalità mortale nel nostro Paese. Dopo una battuta d’arresto nella riduzione del numero delle vittime sulle strade registrata nel corso del 2014 – con appena 20 deceduti in meno rispetto al 2013 – l’incidentalità rilevata nel 2015 da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri ha, infatti, evidenziato una preoccupante inversione di tendenza, con un aumento degli incidenti mortali del 2,5% (40 incidenti in più del 2014, da 1.587 a 1.627) e, soprattutto, delle vittime del 1,3% (22 deceduti più, da 1.730 a 1.752).
I primi 5 mesi del 2016, infine, sebbene abbiano evidenziato una leggera flessione dell’incidentalità mortale rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente – 586 decessi a fronte dei 597 del 2015 – hanno, invece, fatto registrare un preoccupante incremento delle vittime con età inferiore ai 30 anni: tra gennaio e maggio di quest’anno, hanno perso la vita 174 giovani con meno di trent’anni, a fronte dei 136 dell’anno precedente, con un aumento pari al 27,9%.
Distrazione alla guida, uso scorretto di smartphone ed altri dispositivi, velocità e guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’influenza di stupefacenti le principali cause.

LEGALITA’: OSPEDALE PEDIATRICO BAMBINO GESU’ ROMA ACCOGLIE LA POLIZIA DI STATO

GNella mattinata odierna,  presso la ludoteca dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, in occasione dell’evento denominato “Insieme in Meta per la Legalità” , ai bambini hanno fatto visita la Polizia di Stato, insieme al gruppo sportivo Fiamme Oro – Rugby e di una rappresentanza della Nazionale Femminile della Federazione Italiana Rugby.
L’incontro è stata l’occasione per ribadire ai ragazzi che il concetto di sportività, ovvero di competizione attraverso i canoni del rispetto dell’avversario e dei regolamenti, è assimilabile al concetto di legalità intesa come osservanza delle norme.
Gli atleti del gruppo sportivo della Polizia di Stato Fiamme Oro – Rugby e le atlete della Nazionale Femminile Rugby hanno entusiasmato i presenti rispondendo alle loro domande e curiosità ed è stata particolarmente apprezzata la dimostrazione degli operatori dell’uHnità cinofila della Questura di Roma che si sono esibiti mostrando come si addestra e come lavora un cane poliziotto.
All’evento ha partecipato personale della  Direzione Centrale della Polizia Criminale che ha illustrato i compiti e le finalità dell’OSCAD – Osservatorio per la Sicurezza contro gli Atti Discriminatori -, istituito presso il Dipartimento della P.S. e presieduto dal Direttore Centrale della Polizia Criminale.
L’Osservatorio è un ufficio interforze, composto da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, che ha il compito di prevenire e contrastare gli atti di discriminazione, curando anche la formazione degli appartenenti alla Forze dell’Ordine. E’ impegnato sul territorio per diffondere la cultura della legalità ispirandosi al pensiero del fondatore Prefetto Antonio Manganelli il quale sosteneva che “alle vittime di discriminazione viene impedito di vivere”.

Foto: Polizia di Stato

Mark Zuckerberg immune agli attacchi hacker?

zuckerberg_2587413bAnche a Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, sono stati violati tutti i profili “social” e a quanto pare l’intrusione sarebbe stata semplice in quanto il re di “fb” ha usato una password semplice e uguale per più servizi, come pesso ingenuamente molti utenti fanno.
Solo pochi giorni fa, si ha avuto notizia che la password di Zuckerberg, sarebbe stata recuperata dal database di credenziali rubate da oltre 100 milioni di profili su LinkedIn, sottratte alla piattaforma nel 2012.
Gli hacker sono riusciti ad entrare nei profili Twitter, Instagram, LinkedIn e Pinterest di Mark Zuckerberg. Su Pinterest hanno modificato il nome del profilo in “Hacked By OurMine Team”.  Mentre, su Twitter, che Zuckerberg non usava da quattro anni, gli hacker si sono divertiti a scrivere: “Hey @finkd, eri nel database di LinkedIn con la password ‘dadada’”.
Per ora nessun accesso all’account di Facebook di Zuckerberg è stato violato. Qualche ora dopo la infrazione sarebbero scomparse tracce dei danni sui profili, mentre l’account Twitter del collettivo OurMine è stato sospeso.
Stesso episodio, notano gli esperti, è quanto accaduto qualche giorno fa al profilo Twitter di Katy Perry, la popstar che ha in assoluto più follower al mondo.

Il Garante della Privacy a Facebook: stop ai fake e trasparenza sui dati

Facebook dovrà comunicare a un proprio utente tutti i dati che lo riguardano – informazioni personali, fotografie, post – anche quelli inseriti e condivisi da un falso account, il cosiddetto “fake“. Non solo: la società di Menlo Park dovrà bloccare il fake ai fini di un eventuale intervento da parte della magistratura. E’ quanto ha stabilito il Garante per la protezione dei dati personali nella sua prima pronuncia nei confronti del colosso web, nella quale afferma la propria competenza a intervenire a tutela degli utenti italiani. Il social network dovrà, inoltre, fornire all’iscritto, in modo chiaro e comprensibile, informazioni anche sulle finalità, le modalità e la logica del trattamento dei dati, i soggetti cui sono stati comunicati o che possano venirne a conoscenza.

Il Garante ha accolto il ricorso di un iscritto a Facebook che si era rivolto all’autorità dopo aver interpellato il social network ed aver ricevuto una risposta ritenuta insoddisfacente. L’iscritto lamentava di essere stato vittima di minacce, tentativi di estorsione, sostituzione di persona da parte di un altro utente di Facebook, il quale, dopo aver chiesto e ottenuto la sua “amicizia”, avrebbe inizialmente intrattenuto una corrispondenza confidenziale, poi sfociata nei tentativi di reato. Il ricorrente sosteneva, inoltre, che il “nuovo amico” – visto il suo rifiuto di sottostare alle richieste di denaro – avrebbe creato un falso account, utilizzando i suoi dati personali e la fotografia postata sul suo profilo, dal quale avrebbe inviato a tutti i contatti Facebook dell’interessato fotomontaggi di fotografie e video gravemente lesivi dell’onore e del decoro oltre che della sua immagine pubblica e privata. L’interessato chiedeva quindi la cancellazione e il blocco del falso account, nonché la comunicazione dei suoi dati in forma chiara, anche di quelli presenti nel fake.

Prima di intervenire nel merito, il Garante, anche alla luce della direttiva 95/46/ec e delle sentenze della Corte di giustizia europea “Google spain” del 13 maggio 2015 e “Weltimmo” del 1 ottobre 2015, ha innanzitutto affermato la competenza dell’autorità italiana sul caso in esame, ritenendo applicabile il diritto nazionale. La multinazionale, infatti, è presente sul territorio italiano con un’organizzazione stabile, Facebook Italy srl, la cui attività è inestricabilmente connessa con quella svolta da Facebook ireland ltd che ha effettuato il trattamento di dati contestato. Il garante ha accolto le tesi del ricorrente ritenendolo, in base alla normativa italiana, legittimato ad accedere a tutti i dati che lo riguardano compresi quelli presenti e condivisi nel falso account. Ha quindi ordinato a Facebook di comunicare all’interessato tutte le informazioni richieste entro un termine preciso. L’Autorità non ha invece ritenuto opportuno ordinare alla società la cancellazione delle informazioni, poiché esse potrebbero essere valutabili
in sede di accertamento di possibili reati. Ha di conseguenza imposto a Menlo Park di non effettuare alcun ulteriore trattamento dei dati del ricorrente e di conservare quelli finora trattati ai fini della eventuale acquisizione da parte dell’autorità giudiziaria.

WhatsApp rafforza la sicurezza e la privacy: tutti i messaggi ora saranno criptati

WhatsApp aumenta le misure per la tutela della privacy degli utenti. L’app di messaggistica, controllata da Facebook, ha rafforzato il sistema di criptazione dei messaggi, in modo che solo chi lo invia e lo riceve possa vedere i contenuti. Come si legge in una nota sul blog del gruppo, WhatsApp era al lavoro dalla fine del 2014 per fare in modo che il criptaggio funzionasse su varie piattaforme di telefinia mobile e per i diversi tipi di messaggio, ora, come ha fatto sapere la societa’, il sistema e’ disponibile per tutti gli utenti dell’app, circa un miliardo in tutto il mondo.

La decisione di WhatsApp arriva in un momento molto delicato, in cui la dicotomia tra tutela della privacy degli utenti e sicurezza nazionale e’ stata portata agli onori delle cronache dal braccio di ferro tra Apple e l’Fbi sulla necessita’ di sbloccare l’iPhone del killer di San Bernardino (la Giustizia americana aveva chiesto a Apple di sbloccarlo, ma questa si e’ rifiutata, e alla fine l’Fbi e’ riuscito a sbloccarlo senza l’aiuto di Cupertino). “Riconosciamo l’importante lavoro fatto dalle autorita’ per garantire la sicurezza delle persone, ma indebolire i sistemi di criptaggio rischi di esporre le informazioni delle persone ad abusi da parte di cybercriminali, hacker e stati nemici”, ha detto Jan Koum, amministratore delegato di WhatsApp.

fonte Il Corriere della Sera