Secondo quanto stimato, in Europa ogni anno si registrano 30 mila casi di amputazioni transfemorali (al di sopra del ginocchio) e grazie al progetto Cyberlegs chi ha subito l’amputazione dell’arto inferiore potrà tornare a muoversi camminando in autonomia.
Il progetto europeo triennale Cyberlegs (CYBERnetic LowEr-Limb CoGnitive Ortho-prosthesis) è stato finanziato dalla Commissione Europea con 2,5 milioni di euro suddivisi tra 5 istituzioni riunite in consorzio, con il coordinamento dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
I sistemi robotici, sviluppati nell’ambito del progetto, sono leggeri, indossabili e riducono il rischio di cadute. Grazie alla combinazione di una protesi robotica e un tutore robotico si potrà inoltre riacquistare fluidità nei movimenti ottenendo una falcata ritmica e sicura.
Active Pelvis Orthosis è un’ortesi bilaterale di bacino, in pratica un tutore robotizzato capace di assistere il movimento che permette di flettere e di estendere l’anca. Contenuto in una specie di zainetto ha un’autonomia di tre ore e permette agli amputati di camminare tanto all’interno quanto all’esterno.
La Protesi Transfemorale robotica permette di camminare, sedersi, salire e scendere le scale in completa autonomia grazie all’impiego di elementi elastici passivi, uniti ad attuatori elettromagnetici che permettono il movimento sia per il giunto del ginocchio sia della caviglia. L’interfaccia con la protesi è ottenuta attraverso sensori che possono essere indossati, costituiti da scarpe “intelligenti”, equipaggiate con sensori che permettono di riconoscere il movimento desiderato dalla persona amputata e tradurre tale intenzione in comandi di movimento che si trasmettono ai motori della protesi.
I risultati ottenuti da Cyberlegs, che hanno già dimostrato la loro funzionalità nelle settimane di test pre-clinici condotti a Firenze, saranno illustrati nel meeting conclusivo con i rappresentanti della Commissione Europea e con i revisori tecnici, in programma martedì 17 marzo alla Fondazione Don Carlo Gnocchi a Firenze.