Nuovo intervento dell’Antitrust a tutela dei consumatori bersagliati da atti di citazione per crediti presumibilmente prescritti o inesistenti. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 30 maggio 2013, ha infatti sanzionato con una multa di 50mila euro l’impresa individuale Consuelo Paravati che, secondo quanto ricostruito dagli uffici, ha inoltrato a molti consumatori, per il tramite di avvocati, atti di citazione presso sedi di Giudici di Pace sistematicamente diverse da quelle territorialmente competenti, senza procedere ad alcuna iscrizione a ruolo.
Salgono così a tre i provvedimenti deliberati dall’Antitrust negli ultimi sei mesi per contrastare una pratica considerata aggressiva dal codice del Consumo, perché basata sulla minaccia di promuovere un’azione legale manifestamente temeraria o infondata.
Dall’istruttoria conclusa nei confronti dell’impresa Paravati risulta l’invio sistematico di atti di citazione presso sedi di Giudici di Pace territorialmente incompetenti, riguardanti consumatori dislocati su tutto il territorio nazionale e, in particolare, in Sicilia. Agli atti di citazione inviati ai consumatori non seguiva inoltre alcuna iscrizione della causa a ruolo: la data indicata come “prima udienza”, utilizzata per fare pressione psicologica sui consumatori, risultava quindi inesistente. Inviando gli atti di citazione l’impresa puntava a ottenere che i consumatori, senza verificare la fondatezza della posizione debitoria, provvedessero rapidamente al pagamento dell’importo richiesto, piuttosto che esporsi ad un contenzioso giudiziario. La pratica è durata almeno dall’aprile 2012 all’aprile 2013. L’Autorità ha imposto all’impresa la pubblicazione di un estratto del provvedimento sanzionatorio su due quotidiani.
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L’Antitrust sanziona Rigoni Asiago per i suoi succhi di frutta
Non è la prima volta che l’Autorità sanziona importanti aziende leader nella produzione di succhi di frutta e marmellate per informazioni e pubblicità ingannevoli, basti pensare alla multa inflitta a Hero e Zuegg l’estate scorsa.
Ora, ad essere finita nel mirino dell’Antitrust, è la nota azienda vicentina Rigoni Asiago, leader nella produzione di succhi di frutta biologici, colpevole di aver utilizzato la dicitura “senza zuccheri aggiunti” per sponsorizzare i suoi succhi di frutta “Fiordifrutta”.
Un errore che è costato alla Rigoni una multa da 40 mila euro.
Dalle indagini condotte dall’Autorità, infatti, il claim sarebbe ingannevole e fuorviante per i consumatori in quanto, i prodotti Fiordifrutta contengono un significativo quantitativo di succo di mela concentrato, utilizzato per aumentare in modo considerevole il contenuto naturale degli zuccheri della frutta, portando il quantitativo di zuccheri presente in 100 grammi di prodotto ai valori indicati sull’etichetta, compresi tra il 34,3% e il 37,2% (per i tipi albicocca, fragola, ciliegia e pesca).
L’Antitrust ha sottolineato come l’utilizzo della frase “senza zuccheri aggiunti” debba essere utilizzato esclusivamente nel caso di prodotti privi di monosaccaridi, disaccaridi (ovvero gli zuccheri semplici) e ogni altro tipo di dolcificante aggiunto (anche il succo di mela concentrato, quindi).
Antitrust apre istruttoria sulle Poste per le agevolazioni Iva
Il procedimento dovrà accertare se Poste applichi ai propri clienti finali un prezzo finale privo dell’Iva anche nei casi di fornitura di servizi postali frutto di negoziazioni individuali, proponendo così offerte economicamente non replicabili da parte dei concorrenti. L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, nella riunione del 6 marzo 2012, ha deciso di avviare un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane per verificare se la società abbia abusato della posizione dominante detenuta nel settore dei servizi postali liberalizzati. Il procedimento dovrà valutare se i comportamenti di Poste possono configurare un abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 del Trattato Europeo, nell’ipotesi in cui venisse accertato che la stessa fornisce in esenzione IVA anche i servizi oggetto di negoziazione individuale. Infatti, mentre tutti gli operatori postali devono applicare sui prezzi offerti l’imposta sul valore aggiunto, Poste Italiane beneficerebbe di un notevole vantaggio competitivo potendo formulare offerte esenti da IVA.
Nel merito, Poste sarebbe in condizione, non per ragioni di efficienza economica ma per il favorevole trattamento fiscale, di formulare offerte che potrebbero non essere replicabili, perché costerebbero almeno il 20% in meno rispetto a quelle formulabili dai concorrenti, che si troverebbero così ostacolati nell’acquisire domanda nei settori liberalizzati non riservati (la posta massiva, la posta prioritaria, nazionale e internazionale, le raccomandate, la posta assicurata, le stampa, i pacchi). L’Antitrust dovrà esaminare la condotta di Poste Italiane alla luce della normativa nazionale e comunitaria e, in particolare, delle linee interpretative fornite dalla Corte di Giustizia, nella sentenza del 23 aprile 2009 (che dovrebbero trovare immediata applicazione nell’ordinamento interno a prescindere dalla corretta ed integrale trasposizione della disciplina comunitaria in una disposizione normativa nazionale) secondo le quali i servizi negoziati individualmente dovrebbero ritenersi esclusi dall’esenzione IVA. Per questo l’istruttoria avviata dovrà anche valutare, laddove ne ricorressero i presupposti, in che misura i comportamenti della società siano stati imposti o facilitati da disposizioni normative di settore e decidere, sulla base della giurisprudenza comunitaria, la disapplicazione della norma in questione (l’art. 10, comma 16, D.P.R. 26 ottobre 1972 n. 633, così come modificato dall’articolo 2, comma 4-bis, del decreto legge 25 marzo 2010 n. 40). L’istruttoria dovrà chiudersi entro il 4 febbraio 2013.
SMS INGANNEVOLI – Segreteria.org: bene la multa ma ora i rimborsi
da Unione Nazionale Consumatori
E’ solo una prima vittoria: l’obiettivo è che i consumatori non ricevano mai più sms ingannevoli volti solo a spillare denaro. Esprimiamo soddisfazione per la sanzione inflitta dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato a Vas Advertising S.r.l., Net Revolution S.r.l., HtNet Limited 2010 e Telecom Italia, per la promozione di servizi di chat a pagamento attraverso numerazioni a sovrapprezzo.
Lo scorso maggio denunciammo Segreteria.org a seguito di numerose segnalazioni giunte alla nostra Unione da parte di consumatori che segnalavano di aver ricevuto sul loro telefonino un sms che li avvertiva di un messaggio urgente in segreteria. Richiamando il numero si verificava l’infondatezza del messaggio: si trattava, infatti, di un’utenza 899, dal costo, in alcuni casi, fino a 15 euro. Come se non bastasse nel messaggio si faceva riferimento al sito ‘segreteria.org’ che si è rivelato un portale di incontri a pagamento e chat.
E’ inammissibile che i consumatori siano disturbati sul loro telefonino con servizi non richiesti, da cui, comunque sarebbe sempre bene diffidare. Senza contare che, la qualificazione dei messaggi presenti in segreteria come ‘urgenti’ rende la pratica particolarmente grave in quanto, come sostiene anche il Garante, ‘induce l’utente a chiamare immediatamente, disincentivando un’attenta ponderazione del reale scenario’.
Apprezziamo la restituzione da parte di Telecom delle somme indebitamente pagate da alcuni consumatori, ma ci aspettiamo che l’azienda faccia di meglio rimborsando tutti coloro che sono caduti nel tranello e non solo quanti hanno presentato un reclamo.