Nuove Frontiere Farmacologiche contro l’Epatite “C”

imagesAll’esito della trattativa ancora in corso tra l’AIFA, l’Agenzia Ministeriale del Farmaco, e la produttrice americana Gilead, si profila favorevolmente la rimborsabilità del “Sofosbuvir”, il farmaco in grado di debellare, in un tempo compreso tra le 12 e le 24 settimane, il virus dell’epatite C, responsabile di diecimila casi all’anno in Italia.

Tuttavia, a causa della sperequazione tra l’elevato costo e i fondi nazionali stanziabili, la copertura potrebbe essere garantita solo ai pazienti più gravi ed affetti da cirrosi epatica, coinfezione con HIV, carcinoma epatico o in attesa di trapianto del fegato, ovvero a 30.000 su 400.000 casi attestati.

Del resto, lo stadio avanzato della malattia impone rimedi urgenti e tempi strettissimi.

Negare il farmaco a questi pazienti”, – ha dichiarato il Presidente di EPAC Onlus Ivan Gardini -, “significa condannarle a morire, ma a questo primo passo deve far seguito nel 2015 l’estensione della rimborsabilità a tutti gli affetti da epatite C, ovviamente a prezzo rinegoziato verso il basso”. “Anche se questo”, – aggiunge – , “significherà potenziare la rete dei centri ospedalieri autorizzati dalla regioni al trattamento, che oggi come oggi non possono prendere in carico più di 30mila pazienti”.

Per EPAC e per le altre associazioni di malati, infatti, la richiesta di accesso a cure rimborsabili riguarda un’utenza ben più numerosa dei soli casi gravi censiti e punta a salvaguardare il mutuo approvvigionamento dei farmaci già in commercio in favore dei pazienti cronici o cronicizzati.

L’immissione in mercato di nuovi prodotti farmacologici, infatti, da un lato incontra il plauso della scienza e le speranze dei malati, dall’altro la necessità di redistribuire le risorse destinate al Welfare sanitario, in Italia sempre più ridotte e suscettibili di ulteriori riduzioni.

La questione ha già raccolto l’interesse del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che, – in vista dei recenti traguardi della ricerca farmaceutica e della prossima presentazione al pubblico dei costosi anticorpi monoclonali contro l’Alzheimer e dei nuovi antitumorali – ,  ha rivolto ai colleghi europei l’invito a “fare gruppo per ridurre i costi delle cure” e ha proposto la creazione di un “fondo speciale” Ue per garantire l’accesso ai farmaci innovativi.

Petula Brafa

Farmaci. Occorre piu’ evidenza alle avvertenze di prescrizione nelle etichette

da Aduc – di Primo Mastrantoni

Gli standard di etichettatura dei farmaci andrebbero riviste alla luce del fatto che le avvertenze su particolari prescrizioni, se presentate in colori non a contrasto sfuggono all’attenzione dei pazienti piu’ anziani. Lo ha dimostrato una ricerca non particolarmente ampia, ma significativa, condotta presso la School of packaging nel Michigan. I ricercatori hanno arruolato una trentina di partecipanti meta’ dei quali di eta’ inferiore ai 20 anni e meta’ oltre i 50 anni. E’ stato chiesto loro di osservare diverse fiale e flaconi su ognuno dei quali era stata apposta, oltre all’ordinaria etichettatura a fondo bianco, un’avvertenza sulla prescrizione (prescription warning label) in diversi colori e con i testi stampati a contrasto.

Poi e’ stato chiesto loro di guardare un set di etichette e dire quali di queste erano presenti su farmaci osservati in precedenza, senza entrare nel merito dei contenuti. Ne e’ emerso che i soggetti piu’ anziani avevano meno probabilita’ di ricordarle, a differenza di quelli piu’ giovani che invece riuscivano a farlo. E non era una questione di buona memoria ma di attenzione: i ricercatori, infatti, studiando i tracciati dei movimenti degli occhi durante le osservazioni, hanno notato che lo sguardo degli anziani aveva meno probabilita’ di posarsi sulle warning label, e, inoltre, tutti i partecipanti erano piu’ concentrati sull’etichetta principale bianca, e non su quella di avvertenza. Indicazione importante per stabilire dove apporre tali indicazioni: “La nostra prima raccomandazione” scrivono gli autori «potrebbe essere quella di spostare tutti gli avvertimenti su adesivi colorati dentro la principale etichetta bianca, che il 100% dei partecipanti ha letto”. Una sollecitazione in tal senso l’abbiamo fatta al ministro della Salute, Renato Balduzzi.

Succo di pompelmo e farmaci. Accoppiata pericolosa

da Aduc – di Primo Mastrantoni

Il succo di pompelmo puo’ interferire con l’azione di alcuni farmaci. Il succo aumenta l’assorbimento del farmaco con conseguenti possibili danni ad alcuni organi. Lo rivela la Fda (Food and Drug Administrationi) statunitense.
Molti farmaci sono metabolizzati nell’intestino con l’aiuto di un enzima. Talune sostanze contenute nel succo di pompelmo possono bloccare l’azione dell’enzima stesso e determinare, quindi, una maggiore assunzione del farmaco.

 

I farmaci che possono essere interessati all’interazione con il succo di pompelmo sono quelli indicati per abbassare il colesterolo e la pressione del sangue, quelli antiansia, antistaminici e antiaritmia.
La soluzione? Non bere succo di pompelmo quando si assumono certe categorie di farmaci o chiedere al proprio medico, o farmacista, le informazioni sulle possibili interazioni succo di pompelmo-farmaco.